sabato 5 luglio 2014

NON ESILIATO MA PELLEGRINO...


Meditazione sul Salmo 104, 16 (...si saziano gli alberi del Signore...")

Una natura intorno in cui ogni essere vivente comunica questa "sazietà" in pace e armonia. Che cos'è questa armonia? Da cosa trae la sua origine? Dall'affondare le proprie radici nell'unico "nutrimento": l'Amore, Dio stesso.
La "sete" che sento di Lui è distanza artificiale la cui presunta necessità deterministica è vero inganno e mio tormento.
Come Lui stesso ha detto, "io sono dove si trova il mio cuore", e ciò che avremo al termine della vita non sarà che appagamento della "sete" di "questo" cuore.
Mia salvezza è aver "sete" di Lui e in questa sete è anche il compimento di ogni "sazietà".
Così è sazio di Lui l'albero in cui contemplo il Suo Mistero. Ha nutrimento nelle radici che "bevono" l'umida terra nel profondo. Le foglie al vento emanano gratitudine e anche il vento ha una sua ragion d'essere come "carezza" che allieta, "respiro" del Padre.
Il bello è "esserci", riposare in questo "fluido universale" (la Natura) di "presenze innamorate", ove la solitudine non esisterebbe se non che nella falsa necessità di un "dover" andare a casa.
Non ci sarebbe nulla di male: "anche gli uccelli hanno i loro nidi e gli animali le tane dove rifugiarsi".
Ma il mio scontento e la mia ambiguità sono riposte nel mio "essere" nella mia essenza deposta nel Figlio dell'uomo: Lui infatti "non ha" dove posare il capo
Il paradosso sta proprio in questo “sentirsi in esilio" proprio perché tu invece "hai" dove posare il capo e, in ragione di questa nuda consapevolezza, che promana dalla fede stessa, ciò che ad altri infonde conforto è per me ragione di disagio e insicurezza.
Concepito per essere "figlio", innestato nell'Unità trinitaria (così come l'albero è innestato, attraverso il terreno, nel "continuum" universale) e invece "diviso" tra mille necessità assolutamente non necessarie (talune del tutto inutili in verità...), costretto a rincorrere il "prossimo" (volto di Cristo), che scompare e ricompare in mezzo a una folla di "personaggi in cerca d'autore". Tale è la natura mia e dell'uomo...
Benedetti siano dunque questi momenti di "ascolto" e consapevolezza!... Attraverso i quali la natura mi ammaestra con il suo "silenzioso equilibrio" e nel volto dell'altro scopro finalmente un fratello anzi... "il” Fratello e conosco come Amore il nome di Dio e più nulla è ostile o "diviso", perché tutto è Pace.
Non esiliato dunque, ma "pellegrino", con un cuore colmo di speranza mentre raccolgo anch'io la "carezza del vento"...

Renato
Deserto - in "Scuola Formazione Guide TOV"
presso Monastero Benedettino "Dusmet" - Nicolosi (Ct)
05 luglio 2014


Nessun commento:

Posta un commento