Una riflessione su Ebrei 11, 1-40
Non è visibile l'Amore, ma io, ogni giorno, mi muovo, cammino, respiro, incontro creature che sono i segni visibili. Però gli stessi segni non mi dicono nulla quando li attraverso distratto. Solo la mia attenzione, il mio ascolto mi consente di percepire l'invisibile. Ascolto, attenzione, percezione… Creature esse pure invisibili alla mia coscienza. Tutto sembra circoscritto in un mondo corporeo ma basta una disfunzione dei sensi perché anche questo, progressivamente scompaia. Dunque non vedo il Suo Volto se non che per una disfunzione dello spirito, un'atrofia progressiva della Fede. Si potrebbe chiamare peccato questa malattia, un'attenzione congelata dagli eventi e inabile a guardare oltre. Mentre ciò che conta è solamente Amore… Forte è la gravità della materia così che il peso dei giorni finisce con lo schiacciarmi quasi al suolo. Per questo ogni giorno devo esercitarmi accostando il mio cuore alla preghiera, focalizzando la mia attenzione quasi esclusivamente sull'essenziale, altrimenti invisibile agli occhi. Ed ecco che anch'io riesco parzialmente a librarmi e anche il mio giogo si fa più leggero se contemplo col mio sguardo interiore.
Renato Pernice - 12 Maggio 2015

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