
Una Meditazione su Ger. 18, 1-6
"Ecco, come l'argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa di Israele" (v.6)
Io sono "argilla" nelle mani di Dio: questo "io sono". Il Padre risponde al mio interrogativo che è anche la domanda fondamentale di ogni essere umano: "chi sono?", "cosa ci faccio in questo mondo?".
In realtà il mio destino è stupendo. La mia "sofferenza" è solo frutto dunque di un irragionevole rifiuto, logica conseguenza del non essermi consegnato "interamente" a Lui, un tradire me stesso.
Quando un mio progetto non si realizza o suscita contraddizioni, facilmente mi lascio prendere dal puntiglio di procedere comunque contro corrente.
A volte è possibile cambiare gli eventi ma altre volte i fatti contengono una dinamica che è impossibile intralciare o addirittura scardinare come vorrei.
E' in situazioni come queste che occorre invece il coraggio, la forza interiore per sapersi fermare, riflettere con tutta calma, evitare il sovraccarico di altre occupazioni, pensieri ed emozioni che disperdono e angosciano la mente.
E' come una piccola "sfida": imparare a saper ascoltare per evolversi o meglio, per ritornare. Non era quella la "forma" che Tu volevi per me...
"Fiat!" dunque, "si compia" come Tu vuoi. In fondo, si tratta solo di ritrovare me stesso, imparare ad "essere" ciò che "sono": argilla, felicemente benedetta tra le Sue Mani...
Renato Pernice - 22 maggio 2015
